A Prato Nevoso il Museo italiano dello Snowboard
Si tratta della seconda maggiore collezione di snowboard al mondo, per grandezza e completezza e si trova a Prato Nevoso. Si compone di più di 220 tavole, prodotte dal 1966 al 1988. Entrare nel Museo Italiano dello Snowboard di Dino Bonelli significa toccare con mano la storia e l’evoluzione di uno dei più popolari attrezzi dello sport invernale. Una passione nata proprio sulle nevi di Prato Nevoso, anche grazie all’attività di famiglia, oggi un negozio di noleggio, e che ha consentito a Dino Bonelli di seguire in prima persona tutte le tappe di evoluzione dello snowboard, conoscendo anche alcuni dei maggiori protagonisti di quell’epopea. Per visitarlo è sufficiente varcare la soglia del negozio di noleggio “Surfshop”, che si trova all’inizio di Via Galassia e chiedere del proprietario. Si viene così accompagnati alle sale superiori, dove è custodita l’intera collezione. Per gli appassionati è una vera e propria tappa irrinunciabile: tra gli altri sono stati qui Aldo Baglio e Giovanni Storti, del celebre trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, ma anche la cantante Irene Grandi, l’atleta Marta Bassino, il presidente e il vicepresidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e Fabio Carosso, il giornalista e sciatore Paolo De Chiesa.
La collezione incomincia con l’antenato dello snowboard: la Skeeboggan, un monopattino delle nevi prodotto dal 1920 al 1940. L’attrezzo si è evoluto negli Snowfer, ovvero una crasi tra snow e surfer. Quando lo Skeeboggan è arrivato in California infatti subito i surfers hanno cercato di andare traversalmente, ma era disagevole con questo tipo di mezzo. Così Sherman Poppen, imprenditore nel settore delle piste di Bowling, ha inventato il nuovo strumento, che consentiva di viaggiare nella posizione prediletta dai surfers con l’ausilio di una corda.
Jack Burton, universitario di Londonderry nel Vermont era un appassionato di Snowfer: lavora sull’idea e la modifica, creando tavole più larghe e più corte per la neve umida. Nasce così uno dei marchi più celebri al mondo (e Bonelli ha incontrato per due volte lo stesso Burton, omaggiandolo di una bottiglia di Barolo nostrano). PEr la neve umida vanno bene le tavole corte, nello Utah per la neve più polverosa si iniziano a costruire tavole più lunghe, che poi arrivano in Francia e vengono prodotte da Regis Roland. La storia poi prosegue con il diffondersi dello Snowboarding in tutto il mondo, e la collezione Bonelli comprende tavole provenienti da tutto il mondo e curiose varianti, come le derivazioni dallo Skateboarding. Ci sono tavole provenienti dall’Italia, America, Francia, Giappone, Austria, Canada, Giappone (dall’iconografia particolarmente pregevole), Inghilterra, Germania, Slovenia, Svezia e Repubblica Ceca. Dodici delle quattordici nazioni produttrici prima del 1990 sono rappresentate. Ogni tavola è corredata di descrizione e ogni bacheca ha una bandierina che indica la provenienza dei pezzi. Senza contare foto, articoli, poster, materiale promozionale che completa l’esposizione. Chicca finale: appesa al soffitto c’è anche una cabina di DesAlpes, risalente alla fine degli anni Settanta-inizio Ottanta.
«Sono stato uno dei primi ad appassionarsi allo snowboard in Italia, e ho cominciato a collezionare le tavole. Sono stato autore dei testi di riviste e dei maggiori testi per l’insegnamento, in Italia mi conoscono un po’ come lo “Storico” dello snowboard» spiega Bonelli. «La passione è nata un po’ casualmente a Courmayeur, copiando i francesi. Avevo provato gli Snow Skate negli anni Ottanta ma non mi avevano colpito particolarmente».